Scoperto In Italia L’inibitore Naturale del Virus Hiv

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Per la prima volta al mondo una bambina affetta da epatite C è stata “curata” - dopo un trapianto di fegato - con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta per sconfiggere il virus. L’associazione di queste due condizione in un bambino molto piccolo è molto rara e, fino ad oggi, rappresentava una controindicazione relativa al trapianto di fegato, unica terapia possibile per curare la sua insufficienza terminale epatica. La piccola è stata sottoposta a trapianto di fegato da donatore vivente, grazie alla donazione di parte dell’organo da parte della madre ed in seguito è stato applicato un protocollo sperimentale che ha previsto di “trattare” la bambina con i nuovi farmaci ad azione antivirale - così da debellare l’infezione del virus dell’epatite C. Il trapianto è stato eseguito ad aprile, poi è iniziata la terapia farmacologica. Siglato protocollo tra Ministero, Aifa, farmacie e distributori. “Quello della nostra piccola paziente - spiega ancora de Ville - è, a nostra conoscenza, il primo caso di trattamento di un bambino trapiantato dell’infezione da HCV con questi nuovi farmaci. Normalmente, si segue il piccolo paziente e si aspetta che il bambino guarisca o che raggiunga una certa età per iniziarlo a trattare con farmaci.

«La prescrizione del farmaco richiede un'anamnesi farmacologica preventiva, per escludere la presenza di eventuali interazioni con farmaci assunti contemporaneamente dal paziente - rimarcano gli esperti dell'Aifa - Sul sito dell'Aifa sono disponibili il riassunto delle caratteristiche del prodotto e il link ai principali siti web per la verifica delle interazioni farmacologiche». Una battaglia, quella contro l’Hcv, combattuta con due potenti armi: la prima sviluppata dalla ricerca, con la messa a punto dei nuovi farmaci ad elevata efficacia (Daa) in grado di eliminare il virus, e la seconda sviluppata dalla politica, con la decisione di estendere il trattamento a tutti i pazienti, indipendentemente dal danno epatico, consentendo perciò l’accesso universale alle nuove terapie in regime di rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Lo studio valuta e conclude che unitamente a un abbassamento progressivo dei prezzi dei farmaci antivirali, arrivando ad una soglia di circa 4.000€ a regime terapeutico, trattare tutti i pazienti indipendentemente dallo stadio del danno del fegato risulta essere una politica lungimirante e “determinante” in quanto comporta maggiori benefici con minor costi per il Sistema Sanitario».

Se i primi, che risalgono a qualche settimana fa, facevano capo a due soggetti immunodepressi, e quindi a pazienti a rischio, gli ultimi due sono stati registrati a carico di persone che non avevano particolari patologie: un 47enne e un 49enne friulani che sono giunti al Pronto soccorso nella settimana di Capodanno con gravi problemi a carico dell’apparato respiratorio, per i quali si è dovuto far ricorso alla ventilazione assistita. Gli effetti collaterali più comuni con ibrutinib sono a carico dell’apparato gastrointestinale, e possono comprendere nausea, vomito, inappetenza, diarrea. Trattamento minimo suggerito per riscontrare effetti positivi: 3/4 mesi, pari al periodo del fisiologico riciclo delle cellule. «In termini economici, questo vuol dire che la scelta sostenuta dal Ssn per il trattamento dei pazienti con Hcv non rappresenta solo una scelta altamente costo efficace ma ottiene un recupero totale dell’investimento e potrebbe garantire addirittura dei risparmi nel medio lungo periodo. Nell’ambito della terapia dell’infezione cronica da Hcv investire vuol dire migliorare la salute ma anche avere un ritorno economico nel medio lungo periodo. Virus sinciziale, influenza e, anche se in misura molto ridotta, Covid: da giorni il Meyer è preso d’assalto, con un’affluenza record in molti reparti. La revisione è stata inizialmente richiesta dalla Commissione Europea sulla base di dati clinici che mostravano la riattivazione del virus dell’epatite B in pazienti infettati contemporaneamente dai virus HBV e HCV e trattati con farmaci contro HCV.

«L’Italia rappresenta una peculiarità per quanto riguarda l’infezione da virus dell’epatite C - dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’Iss - in quanto è uno dei paesi con maggior prevalenza dell’infezione in sustiva farmaciantivirali.com Europa. Sono stati condotti anche test per verifica-re se l'estratto di Echinacea potesse avere potere mutageno (ossia essere in grado di sviluppare tumori); tali verifiche sono state condotte in vitro su alcuni tipi di microrganismi e su cellule di mammifero; in ogni caso le verifiche hanno riportato risultati negativi, ossia Echinacea e i suoi compo­nenti non hanno alcun potere cancerogeno. Le verruche plantari sono molto facili da individuare, in quanto si manifestano sulla pelle come dei piccoli bozzi di colore grigiastro/marrone, caratterizzati da un effetto simile ad una spugna. Una volta superata l’emergenza dei trattamenti con farmaci ad Azione Anitivirale Diretta (Daa) in pazienti con stato di malattia avanzato, l’estensione della terapia antivirale a tutti i pazienti affetti da epatite C si è dimostrata una scelta lungimirante in Italia. Paxlovid, agendo sulla replicazione virale, deve essere assunto nella prima fase della malattia. Sono state segnalate allucinazioni e alterazioni del comportamento, compreso autolesionismo, in pazienti che hanno assunto il farmaco antivirale oseltamivir, ma non è stata stabilità copegus https://farmaciantivirali.com una relazione causale con l'assunzione del farmaco.

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